Nella vicina provincia di Viterbo sono state individuate 21 zone idonee a fungere da deposito nazionale per le scorie radioattive.
La questione nasce a seguito della pubblicazione da parte del Ministero dell’ambiente e della Sicurezza energetica del rapporto preliminare per la “Sottoposizione della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai)” e al successivo avvio della fase di Valutazione ambientale strategica (Vas). Nell’atto la Cnai considera come idonee 51 aree in tutto il Paese, di cui 21 all’interno della provincia di Viterbo. Le zone in questione sono state individuate come aree idonee per ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive.
La criticità è che questo deposito sarà di tipo superficiale, idoneo dunque per scorie a bassa e bassissima attività, ma ospiterà invece scorie radioattive di alta e media attività, provenienti dalle centrali nucleari dismesse, “in via temporanea ma a lunga durata”, che, al contrario, dovrebbero essere messe a dimora in un deposito geologico di profondità.

La Regione Toscana e l’Arpat segnalano le conseguenze dell’esposizione alle radiazioni, riportando i dati sulla contaminazione ambientale e sugli alimenti provenienti dalle aree in cui si trovano le scorie. Inoltre, nel rapporto preliminare non viene fatto alcun riferimento al trasporto delle scorie radioattive che dal Nord Italia dovranno attraversare tutta l’Italia per raggiungere il Lazio.
Intanto anche la Tuscia si mobilita con una manifestazione prevista per il 6 aprile organizzata dal Comune di Montalto. Un’altra manifestazione è in programma per l’11 maggio, organizzata dal Biodistretto, a cui parteciperà anche il Novus Ordo Templi.