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I Signori del Cemento a Roma - Novus Ordo Templi
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I Signori del Cemento a Roma

Perchè fare una compensazione urbanistica per realizzare nuove costruzioni, quando gli immobili esistenti da Rigenerare su Roma sono migliaia?

Come tutti sappiamo Roma è la capitale mondiale di un patrimonio pubblico e privato abbandonato. Oltre a creare un degrado diffuso questi immobili sono, come spesso ci riporta la cronaca, oggetto di occupazioni abusive e di attività legate alla criminalità. Ci chiediamo come mai questo tema fortemente sentito da tutti i cittadini, ossia della rigenerazione dell’esistente, non venga anteposto alla costruzione di nuove cubature a discapito della viabilità, del limite sul consumo di suolo, dell’ambiente, delle biodiversità e della salute dei romani.

Chi c’è dietro i milioni di metri cubi di cemento in arrivo a Roma. C’è il “re” del mattone, ma anche le figlie dell’imprenditore che costruì le “case di sabbia” a Ostia. Anche molti eredi di queste famiglie vorrebbero tirare su palazzi sfruttando i diritti maturati a inizi anni duemila.

“Abbiamo deciso di agire, di prendere in mano la situazione dopo anni di inerzia. Non ricollocare i diritti edificatori e andare in contenzioso comporterebbe un rischio di risarcimento di un miliardo e mezzo di euro da parte dei costruttori”. Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, spiegava così la scelta dell’amministrazione di bandire un avviso pubblico per raccogliere le proposte progettuali relative alle compensazioni urbanistiche (Roma Today).

Il tema quindi sembra essere diventato il diritto dei costruttori piuttosto che il diritto dei romani alla salute, alla casa e ad una città dove la viabilità venga risolta a vantaggio di una vita di qualità e benessere, e non ulteriormente gravata. Perchè si, dietro i milioni di metri cubi di cemento si nasconde, e attende, l’aumento del grande problema romano: il traffico.

Compensazioni urbanistiche, il Campidoglio convoca i municipi per illustrare il bando

Il 19 marzo nel pomeriggio ci sarà un incontro tra l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, e praticamente tutti i municipi. I minisindaci, infatti, sono stati convocati in Campidoglio per ricevere aggiornamenti e delucidazioni rispetto all’esito del bando sulle compensazioni urbanistiche previste nel prossimo futuro. 

Incontro sulle compensazioni urbanistiche

Sul grande tavolo della Sala delle Bandiere, Veloccia e il suo staff sfoglieranno le 73 proposte progettuali al vaglio degli uffici, presentate da cooperative edilizie, imprese e grossi costruttori che vantano dei diritti non ancora ricollocati. Cubature che da piano regolatore generale del 2008 dovevano finire in aree successivamente poste sotto vincolo dal Comune, come per esempio Tor Marancia o la Tenuta dell’Acquafredda, Casale Montarelli o Casale Giudeo. 

Un tema che “scotta”

Un incontro che dovrebbe essere successivo a un’altra riunione, in questo caso convocata dal capo segreteria di Roberto Gualtieri, Albino Ruberti, con tutta la maggioranza di centrosinistra in Campidoglio. D’altronde il tema è tra i più caldi attualmente a Roma e potrebbe non vedere tutte le varie rappresentanze politiche allineate: si tratta di far digerire a centinaia di migliaia di cittadini romani l’arrivo di milioni di metri cubi di edificazioni, nuove case e nuovi abitanti spesso in quadranti caratterizzati da una scarsa – se non a volte assente – adeguata viabilità, o a rischio esondazione per la presenza del Tevere. 

Salta la risoluzione in IX municipio

L’incontro del 19 marzo ha influito anche sulla strategia politica del IX municipio, il più colpito dalle future edificazioni. Il 12 marzo, infatti, la commissione Urbanistica avrebbe dovuto votare e approvare senza sorprese una proposta di risoluzione, scritta da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, nella quale emerge la posizione dell’intero ente di prossimità rispetto al bando sulle compensazioni. Una posizione di forte perplessità, già pubblicamente espressa dall’assessore all’Urbanistica municipale Manuel Gagliardi. Su richiesta del Pd e della minisindaca Di Salvo, però, il voto è stato rimandato al 26 marzo, una settimana dopo l’incontro in Campidoglio. 

Canale (LcR): “Si porti al Sindaco la nostra contrarietà”

“Prendiamo atto del rinvio richiesto dalla presidente del municipio IX per la votazione in commissione – ha detto Carla Canale della Civica aggi, firmataria di una mozione poi ritirata per dare spazio a una più ampia risoluzione di consiglio – ma speriamo che questo non comporti modifiche dell’atto già condiviso dalle forze politiche, considerato che il consiglio ha la sua autonomia. Capiamo la necessità di interlocuzione con il Campidoglio, finalità con la quale prima abbiamo consentito di calendarizzare in aula la mozione a distanza di un mese dalla protocollazione e poi ritirarla per fare un atto unitario espressione dell’intero municipio. Siamo certi che la Presidente porterà all’attenzione del sindaco la contrarietà del municipio a essere il capro espiatorio della città. Abbiamo già dato. Confidiamo che si prenda il coraggio di partire con un ragionamento ampio di revisione della delibera del piano delle certezze, che ha portato a questa situazione. La discussione deve essere messa sul tavolo e aperta a tutte le forze politiche perché questo tipo di modifiche strutturali riguarda il bene della città, che non ha colore”.

Polemica da Fratelli d’Italia

Molto più polemico il capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimiliano De Juliis; “La giunta Di Salvo ha chiesto tempo per votarla, perché? – si domanda il consigliere – Cosa è cambiato? L’atto era stato già condiviso sia tra le varie forze politiche sia con l’assessore competente ed eravamo pronti a votarlo, questo improvviso stop insospettisce. È una mancata fiducia nell’operato della commissione? Oppure nei confronti del suo assessore?”. 

La petizione dei cittadini

Intanto, è stata lanciata su Change.org una raccolta firme indirizzata a Gualtieri e all’assemblea capitolina, promossa dall’Osservatorio su Casal Grottoni, nella quale si chiede tra le altre cose “una moratoria immediata sulle compensazioni fino all’approvazione di una legge nazionale sul consumo di suolo, la revisione del Piano delle Certezze, il documento che attualmente regola le compensazioni nella capitale, di partecipare alla verifica del reale fabbisogno abitativo prima di ogni nuovo progetto edilizio e l’esclusione categorica di tutte le aree prive di collegamenti su ferro, in zone a rischio idrogeologico o sottoposte a tutela ambientale”. 

Urbanistica: stop alle compensazioni a Roma. Italia Nostra chiede a Roma Capitale di sospendere la manovra in atto

E’ ora che Roma Capitale sospenda la manovra a tenaglia sui destini del suolo romano. Da una parte le variazioni alle NTA che di fatto si configurano come una variante al PRG approvato soltanto 17 anni fa, dall’altro le compensazioni che calano dall’alto su territori che già tanto hanno pagato in termini di consumo del suolo e sottrazione di aree ambientalmente pregiate e biodiversità – così Italia Nostra Roma in una nota stampa – I cittadini romani meritano una condizione di vita nettamente migliore. E’ stata infatti un fulmine a ciel sereno la notizia della proiezione di nuove cubature in città, operazione per la quale il Comune, a nostro dire, avrebbe abdicato al proprio ruolo di programmazione in favore del privato. Non possiamo come Italia Nostra non rimarcare la nuova previsione degli art. 9 e 41 della Costituzione e la necessità inderogabile che gli obiettivi primari della pianificazione urbanistica debbano essere la protezione dell’ambiente in ogni sua forma ed il paesaggio. Anche il Consiglio di Stato su questo è stato chiaro e ci aspettiamo che l’Amministrazione capisca che questi pronunciamenti hanno cambiato le modalità di gestione del territorio. L’indice di fabbisogno abitativo rappresenta inoltre un criterio guida inequivocabile ed oggettivo per ogni ulteriore manovra urbanistica. Troppe sono ormai le case vuote in città. Per fare valere i diritti di edificazione basta rispettare la previsione del PRG. L’assessore deve garantire che le nuove proposte non si configurano in accordi programmatici e che le concessioni, anche in compensazione, avranno luogo solo nelle aree edificabili del piano.