Crediamo sia necessario un tavolo tra amministrazioni e terzo settore per programmare a stretto giro interventi mirati sul patrimonio pubblico.
A Roma, infatti, servono 95mila abitazioni nei prossimi 10 anni per sopperire alla richiesta delle fasce a basso reddito e delle cosiddette ‘grigie’, cioè coloro che fino a ieri potevano permettersi una casa ma oggi non più.
L’impegno associativo è mirato alla progettazione di soluzioni in grado di autofinanziarsi a vantaggio di tutta la collettività. Rigenerare il territorio ridando decoro ad interi quartieri, deturpati dall’abbandono dei beni pubblici, rimane una priorità ancora più impellente se questi interventi vadano a risolvere le problematiche abitative di migliaia di famiglie romane e di persone a basso reddito.

Dagli anni 90 l’edilizia residenziale pubblica e quella sovvenzionata non si sono più fatte perché non arrivavano più le risorse nazionali. I piani di zona si sono bloccati per questioni legate agli espropri dei terreni. Appare quindi significativo promuovere attività sinergiche volte ad affiancare le amministrazioni pubbliche nella proposta di bandi di affidamento dei fabbricati del patrimonio per la loro “Rigenerazione Urbana Sostenibile”, finalizzata alla creazione di soluzione abitative di tipo sociale.