Nel Parco di Monte Ciocci, zona panoramica rimasta per decenni in condizioni di degrado, un ‘casotto’ abbandonato è tornato a vivere tramite l’accoglienza. Servizi di ristorazione, ma anche laboratori ed eventi per la cittadinanza.
Si vede il Cupolone, da Monte Ciocci, e per un pezzo si sono viste però anche una serie di brutture. Nel quartiere Trionfale di Roma, in zona Balduina e a due passi dal Vaticano, il parco aperto nel 2013 si è insediato in un’area degradata per decenni: per la sua posizione panoramica e la sua vena in un certo modo poetica il posto ha tuttavia interessato anche Ettore Scola, che ha ambientato lì nel ’76 molte scene del suo Brutti, sporchi e cattivi. Dallo scorso 7 novembre 2024, però, un bando ha assegnato la gestione di una struttura fatiscente a una società incaricata di riqualificarla, insieme all’adiacente area verde, che in poco tempo è già frequentatissima dalla cittadinanza. Non solo come spazio di incontro e attività laboratoriali, ma anche in veste di bar e bistrot con un’offerta enogastronomica curata. Il progetto del nuovo Il Casotto.
La storia di Monte Ciocci e del suo giovane parco
Non si sa esattamente da dove questa altura prenda il suo nome. Forse dal cognome di Papa Giulio III, nato Ciocchi del Monte, proprietario di una villa cinquecentesca da queste parti. O forse dall’architetto Francesco Ciocci, che ne divenne proprietario nel XIX Secolo. Di fatto in questa zona con panorama privilegiato sono sorte residenze sino, appunto, dal Cinquecento (innestate su strutture più antiche), prima che il tutto fosse fortificato durante la Presa di Roma nel 1870. Nel secondo dopoguerra vi si installò una scuola tecnica agraria, ma in breve l’area si degradò profondamente. Sorsero quei rifugi di fortuna per sfollati e accampamenti che si vedono anche nel film del regista Scola, con protagonista un grande Nino Manfredi. Nei primi Duemila, non lontano, si costruì la stazione di Valle Aurelia, e partirono progetti per la risistemazione, con l’inaugurazione nel 2013 del parco lineare Monte Ciocci-Monte Mario.
La riqualificazione del ‘casotto’: un percorso guidato dalla cittadinanza
Dentro l’area recintata di Monte Ciocci è sorto allora un piccolo edificio chiamato appunto ‘il casotto’, con un problema fondamentale: non risultava sulle mappe. Un nonsense burocraticotipicamente italiano e romanoper risolvere il quale si sono battuti gruppi di quartiere e attivisti, come il Comitato Monte Ciocci e poi, dal 2020, l’associazione di promozione sociale Casotto Monte Ciocci. Insieme hanno fatto risolvere un ‘mostro burocratico’ e lanciato iniziative che trasformassero un edificio dimenticato e già vandalizzato in uno spazio di aggregazione e generazione di buoni contenuti. Sono i volontari ad aver preservato l’area durante gli anni di disegno degli interventi da parte della pubblica amministrazione, concretizzatisi di recente: a marzo 2021 i lavori di risistemazione del casotto, a giugno 2023 la ristrutturazione e infine, in ottobre, il lancio del bando per assegnarne la gestione.
L’apertura de Il Casotto, bar e bistrot per il quartiere
“Diamo la risposta che il territorio attendeva dopo oltre dieci anni dall’inaugurazione del Parco di Monte Ciocci”, ha dichiarato l’assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, “creando non solo un punto ristoro ma anche centro di aggregazione per il quartiere con un’offerta di attività a carattere ricreativo, sociale e culturale”. A vincere è stata la società dell’architetto Federico Antonelli e di Fulvio Berni, che hanno ricevuto le chiavi ad aprile e messo in piedi un progetto che, appunto, non è solo ristorativo. Dovranno infatti occuparsi anche dei servizi di manutenzione del casotto, applicando rivestimenti in legno, installando un impianto fotovoltaico, allestendo spazi ombreggiati all’esterno nonché curando il parco giochi. La prima forma di accoglienza, però, è la ristorazione.
L’offerta gastronomica e le attività de Il Casotto a Monte Ciocci
Dal 7 novembre 2024, Il Casotto apre alle 7 e prosegue fino al tramonto (in estate un po’ oltre). Si parte dalle colazioni con servizio caffetteria e dolci fatti in casa: meno cornetti e più torte, tra cui un insolito dolce agli spinaci che ha già molti fan. Per il pranzo, non disponendo di canna fumaria, si lavora con il catering Luna Rossa dello chef Marco Mondini, tra primi — lasagne e cannelloni, ad esempio — e secondi semplici, come pollo alla cacciatora e polpette al sugo (piatti tra i 10 e i 12€). Non mancano panini e focacce farcite, mentre l’aperitivo è a cura di un barman che si occupa dei drink, e verrà sostenuto da un’offerta di pinse. In previsione c’è inoltre un calendario di laboratori di lettura, promozione dell’uso della bicicletta, lezioni di ginnastica, yoga, Tai-Chi, ballo e camminate collettive. Poi passeggiate alla scoperta della biodiversità del parco e della storia del quartiere, laboratori di riciclo e corsi di fotografia, pittura e scrittura. Infine mercatini ortofrutticoli con piccoli produttori locali. Un bell’esempio di ‘gioco di squadra’ tra cittadinanza, imprenditori e istituzioni che dimostra che, a volte, è possibile far rivivere zone dimenticate di Roma.